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Il tema del “vivo per lavorare o lavoro per vivere” è sempre spunto di importanti riflessioni.
E’ ancora così vero che solo sposando il primo pensiero si possa arrivare al successo?
Che solo con il sacrificio si possa costruire una carriera?
Certamente per arrivare al successo ci vuole ambizione e spirito di sacrificio, impegno e costanza, e credo che su questo tutti – o quasi – possiamo essere d’accordo, ma quanto sacrificio e quanto ne valga la pena fanno la differenza!
Trovare il giusto equilibrio tra vita e lavoro è sempre di più la risposta a svariati studi e ricerche che vanno ad analizzare lo stato di salute del mondo del lavoro e del lavoratore.
Nell’articolo di Biancamaria Cavallini, che oggi andiamo a commentare, si fa riferimento ad uno studio della Randstad Employer Brand Research 2022, il quale riporta che il 65% delle persone cerca aziende nelle quali vi sia un buon work-life balance e un’atmosfera distesa e piacevole.
L’ambizione e la convinzione che “se vuoi puoi” è da sempre la spinta psicologica che accompagna il mondo del lavoro nella scalata al successo, lo stimolo a non fermarsi e fare sempre meglio e di più, ma negli ultimi anni gli effetti che si sono ottenuti sono stati ben diversi da quelli a cui eravamo abituati.
I nuovi lavoratori, i giovani di oggi, sono persone psicologicamente più fragili.
Le cause della loro fragilità psicologica sono diverse: sicuramente una società fatta di canoni non sempre reali, una società che ti spinge a volere sempre di più, una società - complice l’era digitale - che ti “sbatte” in faccia tutto ciò che potresti raggiungere, e in questo contesto il “se vuoi puoi” diventa un boomerang.
Come spesso accade – ed è normale sia così – non sempre si arriva in vetta, e questo non farcela genera un diffuso senso di inadeguatezza nei giovani, che li rende ancora più fragili.
Cosa possiamo fare quindi? Rinunciare all’ambizione, alla carriera - non ci sembra la soluzione corretta - come Biancamaria scrive nel suo pezzo, forse va solo rivisto l’approccio.
Può esistere una versione sana dell’ambizione? Noi crediamo di sì.
Imparare ad essere felici quando l’ambizione porta una crescita personale, come professionista o come persona, ma senza necessariamente arrivare al gradino più alto.
Cambiare prospettiva.
In Agrobresciano cerchiamo ogni giorno di sostenere la crescita dei nostri collaboratori a 360 gradi: formazione, incontri, scambi, condivisioni, esperienze che portano sempre ad una crescita, sicuramente personale, senza però dimenticare la crescita professionale che ciascuno merita.
Leggi l'articolo completo nella rubrica Alley Oop di IlSole24Ore
Lavoro, carriera, ambizione: e la propria salute mentale?
scritto da Biancamaria Cavallini il 02 Novembre 2022